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Acireale

Capitale del barocco siciliano, Acireale rappresenta uno dei più preziosi gioielli della Sicilia sia dal punto di vista artistico ed architettonico che dal punto di vista naturalistico per la presenza della Timpa, il promontorio a gradinate formato da rocce di origine vulcanica

Pro Loco Acireale

Via S. Francesco di Paola, 33, 95024 Acireale CT

La Storia

Acireale ha una storia lunga secoli, che intreccia e confonde le proprie radici tra storia e mito. Lo stesso nome della città ha più di un origine. Si narra che Acireale e le altre Aci trassero la propria origine da Xiphonia, una misteriosa città greca oggi del tutto scomparsa. I poeti Virgilio e Ovidio invece ne fecero risalire il mito della fondazione alla storia d’amore tra la ninfa Galatea e il pastorello Aci, ucciso per gelosia dal ciclope Polifemo che lo schiacciò il rivale sotto. Dal sangue del pastore nacque un fiume chiamato Akis dai greci, oggi “scomparso” sottoterra. Il nome della città ha subito dunque una lenta evoluzione: diventò Jachium sotto i bizantini, Al Yag con gli arabi e quindi Aci d’Aquila (o Aquilia) con gli spagnoli. Nel XIV secolo la città si stabilì nel territorio attuale (prima sorgeva nei pressi del castello di Aci, oggi Aci Castello) con il nome di Aquilia Vetere prima, e di Aquilia Nuova in seguito. Il nome Acireale fu attribuito alla città, secondo la tradizione, da Filippo IV di Spagna solo nel 1642..

Alle origini, Acireale si estendeva dal porto di Capo Mulini all’attuale contrada Reitana, dove le concerie ed i mulini prosperavano grazie alle tante sorgive e dove, fin dall’epoca romana, le terme sfruttavano le proprietà benefiche delle acque sulfuree provenienti dall’Etna. Il benessere e la vivacità culturale dovranno fare i conti, assai spesso, non soltanto con sempre nuove dominazioni, ma anche con lo scatenarsi del vulcano così vicino e dei terremoti. Il terribile sisma del 1693, ad esempio, sancisce una ricostruzione all’insegna del fasto barocco ed un fermento culturale mai più sopito, che anzi si accrescerà nei secoli successivi e che, alla fine dell’800, porterà alla nascita del Teatro Bellini, delle Terme Santa Venera, del Grand Hotel des Bains: Acireale diviene così un centro turistico apprezzato a livello internazionale per le bellezze naturali ed artistiche e per l’ospitalità dei suoi abitanti.

I principali luoghi di interesse

Il pregevole patrimonio architettonico di Acireale racconta il grande interesse culturale ed artistico esploso nel ‘600. Nel 1671 viene inaugurata l’Accademia degli Zelanti, vivace sodalizio culturale che darà vita alla omonima Biblioteca. Con il tremendo terremoto del 1693 la città subisce pesanti danneggiamenti, ma il ceto nobiliare e quello imprenditoriale promuovono la ricostruzione: da qui lo splendido barocco che arricchisce il centro storico, dovuto prevalentemente all’architetto Paolo Amico ed al geniale pennello di Pietro Paolo Vasta, il più importante pittore acese del ‘700. Lo sviluppo urbanistico della città proseguirà con l’opera di tre architetti, Mariano Panebianco, Mariano Falcini e Stefano Ittar, ai quali si devono gli edifici di maggiore pregio edificati nel corso dell’800.

Da visitare

  • Cattedrale di Acireale è dedicata a Maria Santissima Annunziata, ma è comunemente attribuita al culto di Santa Venera, la patrona. L’impianto originale risale al XV secolo ed è stato rimaneggiato nei secoli successivi. All’interno si trovano opere di Pietro Paolo Vasta, Antonio Filocamo, Giuseppe Sciuti, Francesco Patané, Vito D’Anna e Giacinto Platania.
  • La Basilica dei Santi Pietro e Paolo fu costruita nel 1550 e ricostruita nel 1608. Ha un prospetto barocco, progettato da Vasta nel 1741. Il campanile è del XIX secolo; un secondo campanile, pur se progettato non venne mai realizzato. L’interno, a navata unica, fu ristrutturato dopo il terremoto del 1818. Vi si trovano alcune tele del Vasta, di Giacinto Platania ed una statua del Cristo alla Colonna, di autore ignoto, molto venerata in città e tradizionalmente portata in processione ogni 70 anni. Nel giugno del 1933 papa Pio XI l’ha elevata alla dignità di basilica minore.
  • Il Palazzo Municipale, o Loggia Giuratoria, di chiaro impianto scenografico barocco, fu progettato dopo il 1640 e rimaneggiato nel XVIII secolo. Da ammirare i “mascheroni”, le mensole che reggono le balconate. All’interno, vi è un’esposizione di divise militari d’epoca.
  • Il Palazzo Modò (ex Teatro Eldorado) è un palazzo, che non prospetta direttamente sulla piazza ma ne è defilato. Della originaria struttura rimangono due balconi con reggimensole baroccheggianti, dei “mascheroni” ed il nome del teatro Eldorado, realizzato al suo interno nel 1909 ed attivo sino al primo dopoguerra.
  • Biblioteca e pinacoteca Zelantea è un’istituzione del XVII secolo, ospitata in un palazzo neoclassico realizzato nel XIX secolo dall’Ingegnere Mariano Panebianco, che raccoglie alcune collezioni d’arte e di testi antichi. È visitabile su richiesta al personale.I, Sailko [GFDL or CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons
  • Basilica collegiata di San Sebastiano è la chiesa più importante di Acireale, dichiarata monumento nazionale. Realizzata a partire dal Settecento, presenta una facciata a più ordini, preceduta da una balaustra. L’interno è ricco di affreschi di Pietro Paolo Vasta.
  • Chiesa di Sant’Antonio da Padova è la più antica chiesa della città, forse l’unica che risale al periodo di Aquilia Nuova. Rimaneggiata nei secoli, anche a causa dei terremoti, conserva un bel portale in stile gotico. La chiesa era inizialmente intitolata a san Sebastiano e sede dell’antica confraternita dedicata al santo. Solo dopo la costruzione della nuova chiesa di San Sebastiano, venne dedicata al culto di sant’Antonio. Al suo interno si possono ammirare affreschi e tele di Alessandro e Pietro Paolo Vasta. Lo stesso Paolo Vasta, mentre lavorava al suo interno, colto da malore cadde da una impalcatura subendo l’incidente che gli costò la paralisi.
  • Chiesa di Santa Maria del Suffragio appare quasi asimmetrica rispetto alla strada ed ha la facciata rivolta al mare. Tradizionalmente la necessità della costruzione della chiesa è attribuita alle mogli dei pescatori, che poco abbienti si trovavano a disagio nelle ricche e sontuose chiese frequentate dalla nobiltà cittadina. La chiesa fu realizzata nel XVII secolo. L’interno è ricchissimo di affreschi, tra cui Il Mistero dell’Eucaristia di Pietro Paolo Vasta sulla volta.
  • Chiesa di San Camillo ha una facciata esterna molto scarna, ma è riccamente decorata all’interno. Realizzata nel 1621 a navata unica, fu affrescata da Paolo Vasta con le Storie del Vecchio Testamento con soggetto femminile e, per questo, definita da alcuni come “la Chiesa delle donne”.
  • La Timpa è un promontorio di circa 80 m di altezza a ridosso della costa di Acireale. Dal 1999 è diventata Riserva Naturale Orientata. È caratterizzata da rocce di origine vulcanica a gradinate e da diverse faglie nelle quali cresce una fitta vegetazione; il territorio della riserva si presenta conservato ed in larga parte incontaminato, pur se inserito in un contesto particolarmente antropizzato, come la costa orientale a nord di Catania.
  • Piazza Duomo, piazza Indirizzo, Piazza Europa, piazza Lionardo Vigo, piazza Agostino Pennisi, piazza Porta Gusmana, piazza Garibaldi, piazza Cappuccini, piazza San Domenico, piazza San Biagio. Corso Umberto (già via dell’Indirizzo), corso Savoia (già via Carolina), corso Italia, via Cavour, via Marchese di Sangiuliano, via Dafnica, via Galatea, via Roma, viale Regina Margherita.
  • La Biblioteca e pinacoteca Zelantea istituzione del XVII secolo, raccoglie collezioni d’arte, testi antichi e reperti archeologici.
  • Nel Museo delle tradizioni contadine di Aci Platani si trova la ricostruzione di una tipica abitazione di una famiglia contadina etnea del XIX secolo.
  • Il Museo delle uniformi, ospitato presso il palazzo del Comune in Piazza Duomo raccoglie una collezione di uniforme storiche a partire dalla fine del XVIII secolo.
  • Il Museo dell’Opera dei pupi di Via Alessi.
  • Il Teatro dell’Opera dei Pupi di Capomulini, condensa negli spazi espositivi la importante tradizione dei pupari acesi tramandata per generazioni

Da non perdere una visita alle nuove terme di Santa Venera, costruite nel 1873 con annessi parco e Grand Hotel des Bains. Aperte tutto l’anno, curano, attraverso le acque, sulfureo-salso-bromo-iodiche, affezioni dell’apparato respiratorio, genitale e dell’orecchio. Secondo la tradizione, nel luogo dove sorgono le terme, nel II sec. d.C., fu martirizzata la patrona di Acireale Santa Venera. I primi a sfruttare le acque termali provenienti dall’Etna furono i greci, poi i romani costruirono una struttura tuttora visibile in contrada Santa Venera al Pozzo.

Il Carnevale

Il Carnevale di Acireale è una grande festa di piazza che, per undici giorni, coinvolge la Città in un generale sforzo creativo ed organizzativo. I carri allegorico-grotteschi in cartapesta (gigantesche opere d’arte in movimento) e i carri infiorati (realizzati con fiori freschi) sono le attrazioni di una manifestazione che ogni anno richiama milioni di visitatori. Il Carnevale di Acireale è stato scelto dal grande regista Michelangelo Antonioni per girare una sezione del video che ha rappresentato l’Italia all’Expo di Siviglia del 1992.

Dalle emozioni profane a quelle sacre: La Processione di San Sebastiano, patrono, con Santa Venera, della Città. Il 20 gennaio il fercolo argenteo del santo guerriero viene trascinato da devoti scalzi per un percorso lungo e spettacolare, sostenuto ed accompagnato da un grande fervore popolare.

L’opera dei pupi

L’opera dei pupi acese, un’arte inaugurata da grandi pupari, come Mariano Nasca Pennisi ed il figlio adottivo Emanuele Macrì. Una via di mezzo tra l’antico cuntu (cantastorie) e la moderna soap opera: il puparo ed i suoi burattini raccontano, riveduta e corretta, la storia a puntate dei Paladini di Francia. Dalla fine dell’800 all’avvento della TV, era l’unico svago concesso alla classe popolare acese.

Oggi l’opera dei pupi viene rappresentata, su prenotazione, da diverse compagnie, nel rispetto della tradizione di Nasca e Macrì.

Teatro dell’Opera dei Pupi di Acireale (Ct)

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