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ACI Castello

A poco più di 10 chilometri da Catania, si trova Aci Castello, un antico borgo marinaro posto a 15 metri s.l.m. Il nome Aci Castello deriva dall’omonimo castello costruito nel 1076 dai Normanni su un vicino colle di pietra lavica. Storicamente un primo castello fu edificato nel VII secolo d.C. dai Bizantini su di una preesistente fortificazione di periodo romano, forse del 38 d.C., chiamato Castrum Jacis e volto alla difesa della popolazione dalle scorrerie.

Pro Loco ACI Castello

Via Lungomare Dei Ciclopi, 137 95021 Aci Castello CT

La Storia

Si narra che Aci Castello e le altre Aci traggano la propria origine da Xiphonia, misteriosa città greca scomparsa, probabilmente oggi in comune di Aci Catena. I poeti Virgilio e Ovidio fecero nascere il mito della fondazione dalla storia d’amore tra una ninfa chiamata Galatea ed un pastorello chiamato Aci, ma anche dal ciclope Polifemo (a sua volta innamorato della bellissima Galatea). In epoca romana esisteva una città chiamata Akis, che partecipò alle guerre puniche. La storia della medievale Jachium e poi dell’araba Al-Yag coincide strettamente con quella del Castello di Aci da cui si può desumere buona parte degli avvenimenti storici ed a cui si rinvia. Di questo periodo è la fondazione del Santuario di Valverde. La storia di Aci Castello sarà praticamente condivisa fino al XVII secolo con quella degli altri casali del territorio di Aci a cui si può far riferimento. Sotto il dominio spagnolo, nel XVII secolo, il notevole sviluppo economico di Aquilia Nuova (Acireale) causò contrasti e rivalità con gli altri casali che chiedevano l’autonomia amministrativa. Vi sarà quindi la separazione dei casali di Aci. Nacquero: Aci Bonaccorsi (1652), Aci Castello (1647) (comprendente anche Aci Trezza), Aci S.Filippo ed Aci Sant’Antonio (1628) (comprendente anche Aci Valverde, Aci S.Lucia ed Aci Catena).

I principali luoghi di interesse

Aci Castello, insieme alla sua frazione Aci Trezza, rappresenta una delle mete turistiche più note della  Riviera dei Ciclopi, conosciuta a livello nazionale e internazionale. La sua prossimità con la città di Catania la rendono ideale anche per brevi gite fuori porta.

La città ha origini molto antiche è stata infatti prima una colonia greca e successivamente una colonia romana grazie anche alla sua posizione strategica a presidio della costa ionica. Il simbolo della città è, come dice lo stesso nome,  il suggestivo castello normanno edificato su una rupe vulcanica e costruito a sua volta con pietra lavica.

Il Castello di Aci, di lava nera come la roccia su cui sorge, si erge su una rupe che si affaccia sul mare. La rupe è costituita da un imponente ammasso di grossi globi basaltici, ciascuno dei quali è coperto da una crosta vetrosa ed internamente diviso in prismi angolosi irraggianti dal centro verso la periferia. Piccole masse di tufo o argilla occupano gli interstizi fra i diversi globi. Questa struttura, di cui esistono pochi altri esemplari al mondo e non così belli, è attribuita a un’eruzione basaltica nel mare poco profondo, nel quale la massa liquida del magma vulcanico, lacerata dalle forze eruttive.

Da visitare

Il Castello costruito dai Normanni tra il 1071 ed il 1081 ha subito diverse modifiche e ristrutturazioni durante la sua lunga storia.  I normanni lo edificarono sfruttando una preesistente struttura edificata prima dai bizantini e successivamente dagli arabi.

Oggi il castello è stato trasformato in Museo Civico ed è suddiviso in 3 sezioni: sezione mineralogia, dove è possibile ammirare frammenti dell’Etna e di altri vulcani preesistenti, oltre che la situazione geologica sottomarina delle isole di Lachea e dello stesso Castello di Aci Castello; sezione paleontologia con numerosi fossili risalenti a 150 milioni di anni fa; e sezione archeologia. Inoltre sul terrazzo è allestito un orto botanico con esposizione di piante grasse.

Dall’alto del castello si gode una stupenda vista panoramica che apre lo sguardo fino ai famosi faraglioni della Riviera dei Ciclopi nella frazione di Aci Trezza che si ergono del mare sottostante.

Necropoli greco-ellenistica – Fu scoperta negli anni Cinquanta durante la costruzione di una scuola elementare. Nei decenni successivi vennero ritrovati i resti di una vasta necropoli, che doveva occupare un’area di almeno un ettaro. L’area archeologica, nel tempo fortemente urbanizzata disperdendone le tracce.

Riserva naturale integrale isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi. La Riserva naturale integrale “Isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi” è stata istituita nel 1998 al fine di “conservare e tutelare la vegetazione algale e la fauna dei piani dal sopralitorale all’infralitorale, nonché al fine di salvaguardare la lucertola endemica Podarcis sicula ciclopica, Taddei”.
L’isola Lachea,  identificata con l’omerica Isola delle Capre, è costituita prevalentemente da rocce basaltiche in più punti sormontate da argille pleistoceniche metamorfosate. E’ la più grande fra le Isole dei Ciclopi, ed è di origine vulcanica legata alle prime eruzioni sottomarine nel golfo di Acitrezza, risalenti a circa 500.000 anni fa. Secondo la leggenda l’origine è da imputare ai massi lanciati da Polifemo contro la nave di Ulisse-Nessuno.

Il borgo marinaro di Acitrezza (frazione di Aci Castello)

Aci Trezza (‘A Trizza in siciliano) è un centro peschereccio di antica e notevole tradizione, è famoso per il suo paesaggio dominato dalla mole dei Faraglioni dei Ciclopi e dall’isola Lachea. Il suo tratto di costa è uno dei più belli per il mare cristallino pulitissimo anche grazie alla presenza della riserva naturale. Il borgo fu fondato ufficialmente alla fine del XVII secolo da Stefano Riggio che ne fece un importante scalo marittimo e centro pulsante della vita commerciale locale con numerosi magazzini atti a contenere olio, ferro, salumi e formaggi. Il borgo è sempre molto animato e attrae per la vita notturna non solo d’estate.

Acitrezza, è nota anche perché fu il paese in cui Giovanni Verga ambientò il famoso romanzo “I Malavoglia” (1881) e nel quale, nel 1948, venne girato il film ad esso ispirato “La terra trema” di Luchino Visconti e Antonio Pietrangeli, capolavoro del neorealismo realizzato con attori non professionisti abitanti del luogo.

Nel cuore del borgo marinaro di Aci Trezza  si trova il Museo della Casa del Nespolo, un luogo magico dal quale è possibile entrare nelle pagine del celebre romanzo di Verga “I Malavoglia”. La casa che ospita il museo risale alla prima metà del XIX secolo ed è l’esempio perfetto delle case dei pescatori che a quell’epoca abitavano Aci Trezza.

La struttura è composta da un cortile e un orto al quale si accede attraverso un suggestivo arco in pietra lavica. All’interno la casa è composta da due stanze: la prima, dedicata al celebre film “La terra trema” di Luchino Visconti che fu girato nel 1947 proprio ad Aci Trezza, custodisce testimonianze che si riferiscono al film e alla sua realizzazione, mentre la seconda sala del museo, chiamata la “Stanza dei Malavoglia”, custodisce reperti che attestano le abitudini e gli strumenti utilizzati dai pescatori locali durante l’Ottocento, inoltre, il museo conserva una piccola collezione di lettere e fotografie realizzate dal celebre scrittore siciliano Giovanni Verga.

Prodotti tipici

Gli agrumeti interessano la maggior parte della superficie coltivata (circa 520 ha); tra le colture minori prevalgono l’olivo, la vite, il mandorlo e gli ortaggi.

Curiosità

Questi luoghi sono così suggestivi e seducenti, che una celebre attrice piemontese, Giacinta Pezzana (1841-91), dopo avere girato il mondo, nel 1886 decise di stabilirsi ad Aci Castello, e vi morì cinque anni dopo. Nella piazza antistante il castello c’è un suo busto; e la sua tomba, in pietra lavica, è stata eretta, a spese del Comune, nel cimitero del paese che ella amò sopra ogni altro.

Sito istituzionale:   https://www.comune.acicastello.ct.it/

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