Il Castello costruito dai Normanni tra il 1071 ed il 1081 ha subito diverse modifiche e ristrutturazioni durante la sua lunga storia. I normanni lo edificarono sfruttando una preesistente struttura edificata prima dai bizantini e successivamente dagli arabi.
Oggi il castello è stato trasformato in Museo Civico ed è suddiviso in 3 sezioni: sezione mineralogia, dove è possibile ammirare frammenti dell’Etna e di altri vulcani preesistenti, oltre che la situazione geologica sottomarina delle isole di Lachea e dello stesso Castello di Aci Castello; sezione paleontologia con numerosi fossili risalenti a 150 milioni di anni fa; e sezione archeologia. Inoltre sul terrazzo è allestito un orto botanico con esposizione di piante grasse.
Dall’alto del castello si gode una stupenda vista panoramica che apre lo sguardo fino ai famosi faraglioni della Riviera dei Ciclopi nella frazione di Aci Trezza che si ergono del mare sottostante.
Necropoli greco-ellenistica – Fu scoperta negli anni Cinquanta durante la costruzione di una scuola elementare. Nei decenni successivi vennero ritrovati i resti di una vasta necropoli, che doveva occupare un’area di almeno un ettaro. L’area archeologica, nel tempo fortemente urbanizzata disperdendone le tracce.
Riserva naturale integrale isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi. La Riserva naturale integrale “Isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi” è stata istituita nel 1998 al fine di “conservare e tutelare la vegetazione algale e la fauna dei piani dal sopralitorale all’infralitorale, nonché al fine di salvaguardare la lucertola endemica Podarcis sicula ciclopica, Taddei”.
L’isola Lachea, identificata con l’omerica Isola delle Capre, è costituita prevalentemente da rocce basaltiche in più punti sormontate da argille pleistoceniche metamorfosate. E’ la più grande fra le Isole dei Ciclopi, ed è di origine vulcanica legata alle prime eruzioni sottomarine nel golfo di Acitrezza, risalenti a circa 500.000 anni fa. Secondo la leggenda l’origine è da imputare ai massi lanciati da Polifemo contro la nave di Ulisse-Nessuno.
Il borgo marinaro di Acitrezza (frazione di Aci Castello)
Aci Trezza (‘A Trizza in siciliano) è un centro peschereccio di antica e notevole tradizione, è famoso per il suo paesaggio dominato dalla mole dei Faraglioni dei Ciclopi e dall’isola Lachea. Il suo tratto di costa è uno dei più belli per il mare cristallino pulitissimo anche grazie alla presenza della riserva naturale. Il borgo fu fondato ufficialmente alla fine del XVII secolo da Stefano Riggio che ne fece un importante scalo marittimo e centro pulsante della vita commerciale locale con numerosi magazzini atti a contenere olio, ferro, salumi e formaggi. Il borgo è sempre molto animato e attrae per la vita notturna non solo d’estate.
Acitrezza, è nota anche perché fu il paese in cui Giovanni Verga ambientò il famoso romanzo “I Malavoglia” (1881) e nel quale, nel 1948, venne girato il film ad esso ispirato “La terra trema” di Luchino Visconti e Antonio Pietrangeli, capolavoro del neorealismo realizzato con attori non professionisti abitanti del luogo.
Nel cuore del borgo marinaro di Aci Trezza si trova il Museo della Casa del Nespolo, un luogo magico dal quale è possibile entrare nelle pagine del celebre romanzo di Verga “I Malavoglia”. La casa che ospita il museo risale alla prima metà del XIX secolo ed è l’esempio perfetto delle case dei pescatori che a quell’epoca abitavano Aci Trezza.
La struttura è composta da un cortile e un orto al quale si accede attraverso un suggestivo arco in pietra lavica. All’interno la casa è composta da due stanze: la prima, dedicata al celebre film “La terra trema” di Luchino Visconti che fu girato nel 1947 proprio ad Aci Trezza, custodisce testimonianze che si riferiscono al film e alla sua realizzazione, mentre la seconda sala del museo, chiamata la “Stanza dei Malavoglia”, custodisce reperti che attestano le abitudini e gli strumenti utilizzati dai pescatori locali durante l’Ottocento, inoltre, il museo conserva una piccola collezione di lettere e fotografie realizzate dal celebre scrittore siciliano Giovanni Verga.